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content:musica:amplificazione_chitarra

Chitarra elettrica HowTo

Ampli valvolari

Livelli degli strumenti

Esistono vari livelli degli strumenti, che sono legati alla tensione elettrica, ma anche impedenza e potenza, tutte grandezze che influiscono sull'intensità percepita del suono:

  • mic level: identifica un livello di input dove collegare un microfono dinamico o a condensatore (in questo caso necessari 48 V - phantom power) che la scheda audio provvederà ad amplificare a line level (amplificazione di 1000x circa)
  • instrument level: identifica un livello di input dove collegare una chitarra o basso elettrico che la scheda audio provvederà ad amplificare a line level; viene indicato anche come Hi-Z (alta impedenza); premere INST sulla Scarlett e usare jack normale TS
  • line level: identifica un livello di input schede audio dove collegare una tastiera, un mixer o balanced output; in questo caso la scheda audio non attiverà i preamplificatori (spegnere INST sulla Scarlett e usare jack TRS bilanciato). Esistono due tipi di line level: l'audio professionale a +4 dBu e il consumer level a -10 dBV (blue ray, lettori CD…); il primo è pensato per inviare/ricevere segnali audio che sono circa 12 dB più alti del secondo.
  • speaker level: segnale in uscita dal power amp (finale di potenza), serve a muovere i coni delle casse

Parti di un amplificatore

Pre amp, power amp e cabinet

La chitarra elettrica genera una debolissima tensione (100-300 mV - si possono misurare con un tester in AC), in uscita dall'attacco jack, indotta dal movimento delle corde di metallo sui pickup, che sono dei magneti con degli avvolgimenti metallici (legge di Faraday). Perchè venga udita è necessario che, al termine di un processo che prevede più stadi, i coni di un cabinet (combo o testata+cassa) vengano mossi in avanti e indietro, grazie all'interazione tramite il loro magnete e la corrente alternata che gli arriva, così da generare onde sonore. La corrente necessaria per questa attività è elevata, per cui la corrente iniziale, generata dalla chitarra suonata, deve essere come detto amplificata in più stadi.

Un amplificatore può essere diviso in:

  • stadio pre amp: amplifica il segnale AC basso (instrument level) proveniente dalla chitarra fino ad un Line level, che può essere utilizzato in ingresso dal power amp (al di sotto di line level il power amp non lavora)
    • sezione equalizzazione: può essere considerata una sottoparte del pre amp e contiene gli alti, medi e bassi (ma non Presence - vedi power amp); è il responsabile principale per dare all'amplificatore il suo suono caratteristico
  • stadio power amp (finale di potenza): deve ricevere un segnale AC (la DC viene bloccata tramite coupling capacitor) sufficientemente amplificato in ingresso (a Line level) per amplificarlo ulteriormente in uscita così da riuscire a muovere i coni della cassa (Speaker level). Può avere il controllo di tono Presence, che è un collegamento che proviene dallo speaker e termina sul pre amp per agire, tramite condensatori, sul taglio o meno delle frequenze alte (un effetto definito negative feedback loop). Sempre in questo stadio, un controllo di tono simile, ma sulle frequenze basse, viene fornito da Resonance.
Tipicamente stadio pre amp, equalizzazione e power amp sono uniti nelle testate per chitarra elettrica
  • cassa/cabinet: si riduce ad una 'scatola di legno' con dei coni, che muovono l'aria e trasportano il suono (non ha parti attive nè di amplificazione); alcune considerazioni nella scelta:
    • deve abbinarsi come impedenza all'uscita speaker out del power amp dell'amplificatore (more on that later…)
    • la somma dei Watt dei coni deve almeno equivalere la potenza dell'amplificatore
    • usare sempre un cavo speaker, che non è lo stesso di un cavo jack per chitarra, da collegare sempre ad amplificatore spento
  • Send e Return: sul retro di un amplificatore (combo o testata) possono esserci degli attacchi Send e Return. Qui di solito vanno posizionati i pedali di modulazione (delay, riverbero, chorus, flanger, vibrato…), perchè, se messi all'ingresso del pre amp, fanno suonare quello che viene dopo, soprattutto overdrive degli ampli, male. All'uscita Send parte un segnale Line level. Maggiori info qui.
Il Send corrisponde con l'uscita del pre amp mentre il Return è l'ingresso del power amp

Impedenze speaker

Leggere sempre il manuale dell'amplificatore per verificare il corretto abbinamento tra amplificatore/testata e speaker/cabinet e relative impedenze

Come regola generale, se si collegano due speaker/cabinet, questi devono avere impedenze uguali FIXME

I valori di impedenza indicati sull'amplificatore mostrano il carico effettivo, che deriva dagli uno o più speaker ad esso collegati, i quali costituiscono i carichi resistivi; sono i cabinet/speaker ad avere dei valori di impedenza (simile alla resistenza). Da qui discende che, ad es. collegando 2 cabinet da 16 Ohm in parallelo, è come se fossero collegate 2 resistenze da 16 Ohm in parallelo: il carico effettivo si dimezza, per arrivare ad 8 Ohm. E' per questo che vanno collegate alle uscite speaker da 8 Ohm dell'amplificatore:

Di seguito alcuni esempi, tratti da manuali di amplificatori.

Bassbreaker 45

Nell'esempio sopra, viene considerato un 'Main speaker' ed un 'Extension speaker'. Collegando un solo cabinet all'uscita Main è sufficiente adattare il selettore di impedenza al valore del singolo cabinet; collegando anche il secondo, l'impedenza da settare è la metà del valore dei 2, come spiegato sopra.

Marshall SV20H

Qui cambiano i connettori, ma il concetto rimane lo stesso; è possibile collegare 1 singolo speaker da 16, 8 o 4 Ohm negli ingressi appositi (dal manuale sembra indifferente se destra o sinistra), mentre è possibile collegare 2 speaker da 16 Ohm alle uscite da 8 Ohm o 2 speaker da 8 Ohm alle uscite da 4 Ohm (per il concetto di cui sopra)

Blackstar HT Club 40

Il concetto rimane lo stesso, da capire se il cabinet da 8 Ohm si può collegare nel blocco di destra su una qualsiasi delle 2 uscite (per Orange, qui sotto, è proprio così).

Vox AC30

Nel manuale non è spiegato chiarissimamente, ma il concetto è lo stesso; si seleziona 16 Ohm per collegare un cabinet da 16 Ohm, oppure 8 Ohm per collegare un cabinet da 8 Ohm e sempre 8 Ohm per collegare 2 cabinet da 16 Ohm.

Orange TH30

Anche qui la musica non cambia; in presenza di un solo cabinet da 8 o 16 Ohm, lo si collega allo speaker output corrispondente (nel caso di 8 Ohm vanno bene entrambe le uscite). Per collegare 2 cabinet da 16 Ohm si sfruttano le uscite da 8 Ohm.

Supro 1695TH

Il concetto è lo stesso, cambiano un po' i valori; un singolo cabinet da 8 Ohm va nell'uscita a sinistra, mentre 2 cabinet da 8 Ohm in parallelo vanno collegate alle 2 uscite da 4 Ohm.

Combo

Un amplificatore combo è composto dalle stesse parti indicate sopra, ma combinate, appunto, in un unico elemento:

Il manuale del Marshall JCM 900 è disponibile qui.

Riferimenti

Maggiori info sugli stadi di amplificazione qui.

Valvole

Una valvola è tubo di vetro sottovuoto, denominato triodo; praticamente si tratta di un diodo con terminali catodo (negativo) e anodo (“plate” - positivo), a cui si aggiunge un terzo denominato grid. Questo, collegato alla chitarra, si frappone nel flusso di elettroni tra catodo e anodo, generati dal riscaldamento del primo tramite appositi heaters. Il plate quindi raccoglierà gli elettroni provenienti dal catodo e soprattutto dal grid, amplificando il segnale (piccole variazioni nella tensione di grid causano grandi variazioni nella tensione di plate).

Al catodo è collegata una resistenza denominata di bias, che determina il livello di gain (amplificazione) della valvola. Valvole come le 12AX7 sono “dual triode”, contengono quindi due piccoli triodi e vengono usate nello stadio di PreAmp, amplificando il segnale della chitarra a Line level. Altre valvole come le EL34, EL84 (tetrodi - suono “British”) e 6V6, 6L6 (pentodi - suono “American”), il cui funzionamento è più o meno lo stesso dei triodi, amplificano invece lo stadio di PowerAmp a Speaker level:

chitarra el. (segnale instrument level) → Pre Amp → (adesso segnale line level) → Power Amp → (adesso segnale speaker level) → coni

Maggiori info sulle valvole qui e qui.

Valvole rettificatrici

Come detto sopra, la valvola giù semplice è un diodo, nel quale la corrente fluisce in un solo verso; quindi in passato era l'unico sistema per raddrizzare la corrente alternata al posto dei diodi a semiconduttori più recenti. Valvole rettificatrici hanno un nome che di solito inizia con 5U, 5Y…; non incidono sul suono, tanto che ampli valvolari famosissimi, come il Fender Twin Reverb, hanno una rettificazione a stato solido.

Phase inverter

Un triodo di una valvola di preamp (12AX7) può essere utilizzato per ricavare la feature di phase inverter; in pratica, il segnale della chitarra, oltre che ad uscire amplificato dal plate, esce così anche dal catodo, però con fasi invertite. In questo modo i due segnali possono poi essere presi in input dalle valvole del finale, configurate in modalità push-pull verso il trasformatore di output, collegato poi allo speaker: una valvola del finale prende in carico una fase e tira a sè il segnale mentre l'altra lo spinge e l'altra valvola fa poi lo stesso (modalità A/B - più efficiente).

Output transformer

L'output transformer serve per convertire il segnale amplificato, in uscita dal power amp, da bassa intensità di corrente e alta tensione a bassa tensione e alta intensità di corrente.

DI Box

Per una introduzione si può vedere questa pagina.

La DI box (“Direct Inject”) è stata inventata negli anni '60 per collegare gli strumenti elettrici ai banchi di registrazione, risolvendo il conflitto di impedenza tra i due 'mondi'. La sua funzione è quindi quella di convertire:

  1. da un segnale ad alta impedenza (“HI-Z”) e sbilanciato di una chitarra, basso e relativi amplificatori
  2. a un segnale a bassa impedenza (“Low-Z”) e bilanciato adatto ai preamplificatori di microfono. come quelli dell'Input 1 della Scarlett Solo
L'output XLR di una DI Box è di tipo mic level

Un bonus, dato dal segnale bilanciato in uscita dalla DI, è quello di poter trasportare il segnale sonoro su lunghe distanze (fino a 100 m) senza perdere volume e frequenze alte; una DI Box può quindi essere usata su di un palco di un concerto e percorrere le decine di metri per arrivare al banco mixer di una Front of House (FOH) ed infine uscire tramite il sistema di amplificazione o PA system (Public Address):

Le DI box hanno un'uscita Thru (Instrument level), che funziona in parallelo all'output XLR (Mic level), tramite la quale è possibile uscire su di un amplificatore, così da sentire anche il suono originale, magari mentre si sta registrando una traccia DI, per successiva postproduzione, oppure come sistema di monitoraggio sul palco:

L'uscita DI della load box Torpedo Captor è attiva (rispetto ad una DI passiva contiene un preamplificatore) e deve essere quindi alimentata dalla phantom power-48 V, ad esempio proveniente dall'Input 1 della Scarlett Solo.

Solitamente conviene usare una DI box passiva con strumenti che hanno un segnale forte, come basso o chitarra con pickup attivi; in caso di una chitarra con pickup passivi conviene usare una DI box attiva

Reamp Box

Una reamp box serve a convertire un segnale line level a bassa impedenza e 4 dB in uno di tipo instrument level ad alta impedenza ('Hi-Z') a -20 dB; fa quindi il contrario di una DI.

Il reamping è un processo in tre parti, in cui si può registrare una volta sola in DI prima e ricercare con calma il migliore suono dopo, provando vari effetti, amplificatori e casse, per poi registrare questo segnale con gli strumenti soliti (microfono davanti allo speaker o load box).

E' un po' l'equivalente in analogico del workflow usato in digitale, dove si registra prima e si applicano i plugin, con i vari amplificatori ed effetti, dopo

Quindi, in primis, bisogna:

  • registrare una traccia DI di chitarra

Poi si procede come da immagine, dove, nella parte sotto, il sistema di registrazione a nastro può essere sostituito da una scheda audio; l'immagine rappresenta due momenti:

  1. nella parte bassa, all'inizio la traccia DI viene riprodotta con la chitarra collegata a vari pedali e amplificatori, fino ad ottenere il suono voluto
  2. nella parte alta, una volta ottenuto il sound cercato, si può registrare la traccia (in precedenza già registrata in DI) processata con effetti e ampli

Di seguito lo stesso workflow indicato sopra, spiegato in altri termini (dal sito di Radial Engineering):

Cavi

  • Il cavo in uscita dalla scheda audio (ad es. la Scarlett Solo) deve essere un TRS (bilanciato)→XLR maschio; da lì entra nell'XLR femmina della reamp box
  • In uscita dalla reamp box va un normale cavo jack per chitarra (TS sbilanciato) verso l'amplificatore o pedali

Reamp e Scheda audio

Per registrare con una scheda audio come una Focusrite Scarlett Solo, che ha solo 2 output, ci potrebbero essere problemi nel monitorare il suono dell'amp reampato tramite microfono, come indicato qui. Un'alternativa al microfono può essere una load box, col suo output DI.

Configurazione Logic Pro

Seguito questo video, che dà riferimenti utili per schede audio con sole due uscite, come la Scarlett Solo.

  • registrare una traccia audio DI in Logic con un plugin per chitarra e nominarla “DI Guitar”
  • Togliere poi il plugin dalla traccia “DI Guitar”, in modo che la traccia sia DI
  • Abbassare completamente la manopola Monitor della scheda e rimuovere entrambi i cavi degli speaker; si sentirà comunque dalle cuffie
  • Collegare ad es. sull’output 2 il cavo TSR della Reamp box
  • Settare a Solo la traccia dry e impostare l’output Mono - Output 2, in maniera che:
    • l'output della traccia dry esca dall'output 2
    • entri nell'input della Reamp box, tramite il cavo TSR-XLR
    • esca dall'output della Reamp box, tramite cavo jack chitarra ed entri nell'ingresso normale ampli o della pedaliera
    • esca dalla load box (o dalle casse microfonate) ed entri nell'ingresso microfonico 1 della Scarlett Solo
  • ci sono 3 livelli da tenere in considerazione:
    • Output Monitor della scheda audio (output 1 e 2): settare al massimo, altrimenti il volume è troppo basso
    • Output reamp box: settare al massimo FIXME
    • Input 1 Scheda audio: questo deve corrispondere ad un valore standard di ingresso
  • aggiungere in Logic una traccia chiamata “Reamped Guitar”, con Input 1 (dalla load box) e nessun Output (altrimenti si innesca un feedback) e armarla per registrazione
  • disattivare il metronomo e il conteggio per il recording e premere Record (R)

Al termine la traccia Reamped Guitar dovrebbe risultare registrata con il suono passato per l'amplificatore:

  • abbassare Output Monitor al minimo, scollegare cavo jack da Output 2 e ricollegare cavi monitor
  • settare a mute la traccia DI originaria
  • reimpostare a Stereo Output la traccia Reamped Guitar
  • rialzare Output Monitor per ascolto via monitor o cuffie

Il risultato può essere ascoltato.

Modelli reamp box

Radial Engineering propone alcuni modelli di reamp box.

ProRMP

Si tratta di un dispositivo passivo con un solo output, per uscire e registrare su di un solo amplificatore (mono):

Manuale

Il manuale è disponibile qui.

X-Amp

E' un dispositivo attivo (richiede quindi alimentazione) e dispone di due output, per uscire e registrare su due amplificatori (stereo); in questo caso sarà necessario prevedere due ingressi nella scheda audio per i due microfoni:

A differenza di quanto indicato sopra per la DI box, qui non c'entra il tipo di pickup della chitarra. Una reamp box attiva ha senso quando ci sono cavi molto lunghi ad es. in uno studio professionale, ma per un home studio va benissimo anche una reamp box passiva

Focusrite Scarlett Solo

Cosa fa

La funzione di un'interfaccia audio è:

  • in ingresso: prima preamplificare il segnale, tramite uno stadio di pre amp
    • dopo convertire un suono da analogico a digitale, tramite i convertitori DAC
  • in uscita: convertire un suono da digitale ad analogico, tramite i convertitori DAC, per ascolto tramite casse/cuffie

Input

Gli input della Scarlett Solo contengono preamplificatori che danno diversi livelli di gain a seconda degli strumenti da collegare (se si tratta di strumenti con uscita Line level sono già preamplificati - vedi sopra):

L'Input 2 può accettare ingressi di tipo Line oppure Instrument Level; per questo premere o meno il tasto Inst.

I colori dei LED degli input sono da interpretare così:

ColoreLivelloSignificatoNote
Verdeda -24 a -6 dBFSSegnale presenteSe non visualizza neanche verde il segnale è troppo basso
Arancioda -6 a 0 dBFSSegnale prossimo al 'clipping'
Rossooltre lo 0 dBFSDigital 'clipping'

Output

Da notare che nell'output della Scarlett si possono collegare degli altoparlanti attivi, che devono essere alimentati, grazie ad un trasformatore inserito al loro interno, e che amplificano il segnale fino a Speaker Level, tramite uno stadio di power amp:

Per collegare alimentatori passivi, sarebbe necessario un amplificatore (power amp) separato per le casse. In ogni caso, Focusrite consiglia caldamente cavi di tipo TRS bilanciato verso le casse.

Direct monitor

La feature Direct monitor consente di mandare l'audio in input direttamente alle casse o cuffie, senza passare dal computer e dalla DAW, per bypassare la latenza introdotta dall'elaborazione PC/DAW.

  • La catena del segnale solitamente è questa: ingressi audio → USB → computer/DAW + plugin → USB → uscita audio → altoparlanti attivi.
  • Con il Direct monitor attivo diventa questa: ingressi audio → uscita audio → altoparlanti attivi, quindi con latenza assente
Se si attiva il Direct monitor è necessario effettuare il mute oppure disattivare l'input monitoring della DAW, altrimenti si sente un doppio segnale (quello diretto e quello processato, quest'ultimo anche con una possibile latenza). Il suono che arriva in direct monitor però non è processato, quindi l'ascolto potrebbe non essere gradevole

Focusrite Control

La prima volta, la scheda deve essere configurata, come da indicazioni del manuale; queste sono le impostazioni (poche) che si possono dare nel software Focusrite Control:

Manuale

Il manuale della Scarlett Solo si trova qui.

Two Notes Torpedo Captor

Intro

Si tratta di un device da collegare all'uscita di una testata amplificatore per chitarra/basso (o all'uscita speaker out di un amplificatore combo) che fa:

  1. Attenuatore
  2. Load box
  3. Line out (senza simulatore di cassa)
  4. DI out (con simulatore di cassa)

Serve in quei contesti in cui si ha un amplificatore di una certa potenza (ad es. un valvolare a 50 o 100 W) e lo si vuole suonare alzando il livello del finale di potenza, facendo quindi lavorare bene le valvole della sezione power amp, mantenendo comunque volumi finali accettabili.

Oppure si vuole potere registrare il proprio amplificatore nella DAW senza microfonazione.

Connessioni, manopole e pulsanti

Fronte

L'output 1 consente di inviare un segnale di Line level, quindi un segnale già a livello alto. Questo segnale non ha alcuna simulazione di cassa (è dry) e necessita di un cavo TRS (bilanciato).

L'output 3 è un'uscita active DI (necessita di alimentazione da phantom power), quindi un segnale Mic level, che contiene eventualmente una sola simulazione di cassa e necessita di un cavo XLR cannon (bilanciato).

La manopola 5 gestisce il livello di output sia di 1 che di 3.

Retro

Per farlo lavorare bene e consentire di avere un livello in ingresso accettabile, alzare il power amp dell'amplificatore

Plugin Wall of Sound

Con l'acquisto di un'unità Torpedo Captor si ha diritto anche al plugin Wall of Sound; questo può essere aggiunto ad una DAW come Logic Pro sotto Audio FX:

La configurazione col Torpedo Captor è quindi quella relativa a tutto quello che viene dopo la sezione power amp (questo selezionabile nel plugin, ma nella configurazione con la load box Torpedo Captor, da rimuovere, visto che si usa lo stadio power amp dell'amplificatore):

In particolare, la parte in basso del plugin consente di settare anche più canali, ciascuno con un'impostazione cabinet, microfono ed effetti post-produzione diversa:

Impulse Response (IR)

Il plugin consente di:

  • selezionare alcuni preset proprietari di cab sim Two Notes, dove impostare casse, microfoni, ecc…
  • in alternativa, importare Impulse Response (IR) standard:

Impostando una directory base, sarà possibile sfogliare e selezionare i propri IR:

Questa sezione è relativa al miking, nella quale sono presenti alcune knob che settano impostazioni che cambiano poco, quali Variphi (per la fase) e Overload; c'è anche il Dry/wet che deve essere settato sempre tutto a wet, perché altrimenti si sentirebbe almeno parte del segnale line out proveniente dall'ampli, piuttosto sgradevole, tramite il Torpedo Captor.

Le altre impostazioni del plugin consentono di settare posizionamento microfoni ed eventuali effetti in post-produzione (EQ, compressore, riverbero…):

E' anche possibile avere un proprio IR nel canale sinistro e un cab sim di Torpedo in quello destro o viceversa.

Wiki

Il manuale del Torpedo Captor è raggiungibile da qui, mentre la wiki del Torpedo Wall of Sound da qui.

Space Designer come IR loader

Al posto del plugin Wall of sound è possibile utilizzare come IR loader il plugin stock di Logic Pro Space Designer, che di default serve per creare degli effetti di riverbero; infatti, all'inizio, gli IR sono nati per catturare e riprodurre poi degli effetti di riverberazione dati da ambienti diversi. E' sufficiente aggiungerlo ad un channel strip, dai plugin Reverb, e caricare l'IR desiderato con Load IR & Init:

Load IR & Init consente anche di inizializzare gli envelopes Volume, Filter e Output EQ che servono a personalizzare il tono dell'IR (che come si sa è una semplice curva di equalizzazione).

E' fondamentale azzerare il livello del Dry slider, che corrisponde all'uscita dal Torpedo captor privo della cassa, quindi con un suono abbastanza orribile… e lasciare solo il Wet, con l'effetto dato dall'IR qui caricato

Mooer Radar

Il Mooer Radar è un pedale che fa:

  • power amp, cioè simula il finale di un amplificatore; ovviamente, non riesce a muovere i coni di una cassa passiva! Aggiunge solo la parte di frequenze tipiche di un power amp
  • simulazione di varie casse; la qualità dei preset non è però ottimale
  • simulazione di microfoni
  • equalizzatore, a valle della microfonazione virtuale
  • IR loader, tramite app su Win/Mac

Le funzioni sono singolarmente editabili e disattivabili.

Come collegarlo

  • Una prima catena del suono può essere: amplificatore (pre amp + power amp) → load box (Torpedo Captor) line out . In tal caso bisogna:
    • togliere dai preset del Radar la sezione power amp, in quanto viene già sfruttata tale sezione della testata di un amplificatore
    • la sezione Eq si riferisce ad una post equalizzazione, diciamo dopo il microfono virtuale collegato al cabinet virtuale del preset, non a quella del pre amp, quindi può essere lasciata o tolta a piacere
Usare un cavo TSR tra Torpedo e Radar e scollegare il cavo XLR del Torpedo, pena rumore di sottofondo continuo (hum)
  • Oppure, se il Send-Return di un amplificatore non viene usato lo si può collegare al Send, quindi tra il suo pre amp e power amp; in questo caso andrà attivata la sezione Power Amp del Radar FIXME
  • In output, uscita cuffie a parte, serve un cavo TSR (bilanciato), ad es. verso l'ingresso line-in dell'interfaccia audio (sulla Scarlett bisogna disattivare il pulsante Inst).

Mooer Studio for Radar

Il software per la gestione del Mooer Radar si scarica da qui.

Se non è necessario upgradare il pedale, si può semplicemente eseguirlo, dopo aver connesso il Radar via USB.

IR

Per caricare gli Impulse Response (IR) andare nella parte 'CAB/MIC' e cliccare sul '+':

Disabilitare la parte 'POWER AMP' ed eventualmente 'EQ' e dare 'SAVE'; il preset verrà sovrascritto con l'IR selezionato (il nome viene troncato a 10 caratteri, quindi conviene rinominare il file prima).

Anatomia di un IR

Questi IR (acquistati) sono relativi a cabinet Orange, microfonati in vario modo:

Si tratta di file audio .wav; quello evidenziato ad es. prevede:

  • un cabinet Orange PPC 412 HP8 4 X 12″ Closed Back Speaker Cabinet
    • con 4 coni Celestion G12K100 da 100 W cad.
  • microfonato con:
    • un Sennheiser MD 421 (dinamico)
    • un Royer R-121 (a nastro)

Vengono organizzati in cartelle, suddivisi per:

  • frequenza di campionamento:
    • se l'IR viene usato in Logic Pro, verificare la frequenza di campionamento del progetto (sotto File-Project Settings-Audio) e selezionare quella (tipicamente 44.1 Khz)
    • se l'IR viene usato sul Mooer Radar, selezionare solo quelli da 44.1 Khz

Di seguito altri IR, presenti nel pack acquistato:

Quello che cambia in questo caso, a parità di microfono (Royer R-121), è la distanza del microfono dal cono e il suo spostamento rispetto al centro del cono, per ottenere un suono più chiaro, scuro, ecc…

200 ms vs 500 ms

Gli IR da 500 ms contengono una coda più lunga, e quindi hanno senso per catturare le eventuali riflessioni tardive della stanza microfonata, ma se si effettua un close miking, non si sentirà la differenza, per cui per la maggior parte delle volte vanno bene anche gli IR da 200 ms, che occupano anche meno CPU.

Tipo di microfoni

Il tipo di microfono scelto per catturare il suono e il suo posizionamento cambia la pasta sonora. Di seguito tipologie e alcuni modelli famosi di microfoni.

Dinamico

Utile per catturare le frequenze medio-alte.

  • Shure SM57: uno standard, un po' tagliente sulle acute
  • Sennheiser MD421: meno alti rispetto all'SM57
A condensatore

Va bene per catturare le frequenze medie.

  • Shure SM81
A nastro

Per catturare le frequenze basse.

  • Royer R-121

Posizionamento dei microfoni

Si può fare riferimento a questa guida.

Distanza dal cono
  • vicino: più bassi
  • distante: meno bassi
In asse rispetto al cono
  • in centro: più frequenze medie
  • verso il bordo: più frequenze basse, meno medio-alte
Rispetto a quanto detto sopra, quindi, conviene posizionare:
  • un microfono dinamico verso il centro del cono e poco distante dallo stesso, così da catturare le medie
  • e un microfono a condensatore/nastro verso il bordo del cono e poco distante dallo stesso, così da catturare i bassi

IR migliori

Gli IR migliori in mio possesso sono questi due:

  • il Cenzo mix ha i Celestion V30, cassa 1×12 closed back, microfonato con un R121 e un SM57; è più chiaro, ma forse un po' acido, grazie all'SM57
  • l'Orange ha sempre dei V30, cassa 4×12 closed back, microfoni un dinamico MD421 + R121; il suono è meno chiaro/acido e più rotondo, ma sta bene in un mix con batteria e basso e la chitarra risalta ugualmente
La differenza tra i due IR è quindi rappresentata unicamente dal microfono SM57 vs. MD421 (quest'ultimo d'altronde costa 4 volte il primo e un motivo ci sarà…)

Riferimenti

Il manuale del Mooer Radar è scaricabile da qui.

Per info sul Radar vedere qui, qui e qui

DSM & Humboldt Simplifier Dlx

Intro

Si tratta di un amp & cab simulator analogico in un pedale. I manuali si trovano qui e qui. Trattandosi di un pedale analogico, non è prevista alcuna interfaccia a PC, ad es. per caricare IR, per un editor oppure per aggiornare il firmware; si fa tutto da manopole e selettori sul pedale.

Lato amplificatore, viene replicato lo stadio di preamplificazione e dello stack tono. Inoltre viene simulato lo stadio di power amp (finale di potenza), andando a simulare il comportamento delle valvole e di resonance e presence; ovviamente non riesce a pilotare un cabinet passivo, ma ha bisogno di una cassa attiva (alimentata), meglio se FRFR (full range flat response).

Configurazione

La configurazione standard per la sezione pre amp (in alto del pedale) prevede due canali, A e B, con impostazioni differenti in termine di equalizzazione e gain:

La parte in basso del pedale prevede la sezione power amp & cab, che non ha alcuna attinenza con i due canali A & B, ma semplicemente consente di impostare i settaggi in uscita per il canale destro e sinistro.

Uscite

Le uscite previste sono di tipo XLR oppure sbilanciate TS:

Per le uscite sbilanciate TS è possibile indicare di bypassare la parte di power amp & cab simulator; in questa maniera è possibile sfruttare solo la parte di pre amp del Simplifier e collegarsi ad es. ad un ingresso Return dell'FX loop di un amplificatore, così da usare il suo power amp e cassa.

Come indicato nel manuale, disattivare la phantom power dalla scheda audio verso la DI out (uscita XLR); non danneggia l'unità, ma il suono risultante ne risente

Tone King Imperial MKII Plugin

Formati Plugin

Native vs DSP

I plugin si dividono in Native, che sono processati dalla CPU del computer, o DSP, che richiedono hardware dedicato, sotto forma di schede PCIe oppure esterne via USB.

Estensioni

Il plugin del Tone King Imperial MKII di Neural DSP può essere testato prima di essere acquistato; in fase di setup, propone l'installazione di vari tipi di plugin: AU, AAX, VST, …; per una panoramica dei formati si può vedere qui; per il Logic si usa solo il formato .AU, che sta per 'Audio Unit'; altre DAW sul Mac supportano anche altri formati.

iLok account

Per avviare il plugin serve un account iLok.

Oltre a delle trial, che hanno scadenza 14gg, una volta acquistato il plugin questo deve essere attivato sul dispositivo/PC:

Logic

Affinché il plugin compaia in Logic è sufficiente riavviare l'applicazione:

Questo plugin, visto che contiene effetti stereo, quali il delay, è fortemente consigliato inserirlo in Logic come Mono→Stereo, che sta ad indicare che 'entra in mono ed esce in stereo'

ed ecco il plugin:

Sezione microfoni e cabinet

Ci sono varie selezioni di microfoni, replicate per 2 tipi di cabinet, E33 ed H30:

  • E33: speaker dell'ampli Tone King Imperial combo, che è una versione customizzata di un Eminence V128
  • H30: IR riferito ad un Celestion G12H30 (vedi)

Delay

E' presente anche una sezione relativa al wet signal, cioè la parte di chorus, delay e riverbero.

Delay

  • Mix: indica quanto effetto viene aggiunto al segnale originale ('dry')
  • Mode: con 'dual' si ottiene un bellissimo effetto stereo ('ping pong')
  • Feedback: qui si imposta quante ripetizioni si vogliono
Time

Con Time L e R si imposta il ritardo delle ripetizioni, in funzione dei BPM, dove:

  • 1/2: le ripetizioni avvengono dopo e ogni 2/4, cioè 2 beat
  • 1/4D: il 'D' sta per 'dotted', perché di fianco alla nota (in questo caso da 1/4) si mette un 'punto', che comporta che la durata sia estesa di metà del simbolo. Quindi 1/4 + 1/8 = 3/8, cioè 1/4D
  • 1/2T: il 'T' sta per 'triplet'; FIXME
  • 1/4: ripetizioni ogni beat
  • 1/8D: 1/8 + 1/16 = 3/16
  • 1/4T: vedi sopra
  • 1/8: ripetizioni ogni mezzo beat
  • …: le ripetizioni sono sempre più ravvicinate

Manuale

Il manuale è disponibile qui.

BOSS Katana 100 mkII

Tone Studio

Tone Studio è l'editor da computer per gestire i suoni del Katana.

Tone Settings

I Tone Settings sono dei raggruppamenti di suoni che comprendono:

  • un amplificatore, selezionabile tra Acoustic, Clean, Crunch, Lead, Brown, ciascuno con la sua Variarion, per un totale di 10 amplificatori e l'Equalizzazione (Bass, Middle, Treble)
  • una catena di effetti, con 5 slot possibili (Booster, Mod, FX, Delay, Reverb/Delay2) all'interno dei quali si possono scegliere svariati effetti, assegnabili a 3 sotto-slot (verde, rosso e giallo)

I Tone Settings richiamabili dal Katana, nel menu Editor sono 8 e sono suddivisi in 4 Channel (1-4) e 2 Banks (A e B); ad es. qui è selezionato il Channel 1, Bank A, che prevede un amplificatore Clean, con impostazioni di Gain, Volume, equalizzazione e una catena effetti, con il solo slot FX disattivo:

I Tone Settings sono selezionabili direttamente da Tone Studio, oppure premendo sui pulsanti CH-1/4 e, per cambiare banchi, il tenere premuto il tasto Panel sul Katana, come spiegato nel manuale:

Per far comparire in Tone Studio i settaggi presenti attualmente nell'amplificatore, con le manopole posizionate esattamente come nell'ampli, selezionare in Tone Studio il Tone Setting Panel Katana Mk2. Oppure premere il pulsante Panel sul Katana

Per salvare un Tone Setting cliccare su Write in alto a destra.

Effects

Per ogni slot effetti (Booster, Mod, FX, Delay, Reverb/Delay2) è possibile impostare 3 effetti, richiamabili premendo il pulsante a LED (verde, rosso e giallo) sul Katana. E' inoltre possibile selezionare 7 catene (Chains) effetto differenti, con una diversa disposizione di blocchi effetto e amplificatore:

Per modificare i parametri dell'effetto basta cliccare nello slot apposito:

Librarian e Liveset

Entrando nel menu Librarian è possibile effettuare snapshot (qui chiamate Liveset) di Tone Settings, in modo che possano essere salvate e poi ripristinate (esportate) in un secondo momento nel Katana:

L'operazione di creazione snapshot e ripristino avviene tramite i pulsanti di Import/Export in alto a destra. E' anche possibile ripristinare singoli Tone Setting da un Liveset salvato, facendo un drag&drop su di un Tone Setting presente sul Katana:

Tone Central e importare Tone Setting di altri utenti

E' possibile scaricare Liveset pubblicati nel Boss Tone Central, accedendo dal menu Tone Central; non sono presenti tantissimi toni da scaricare.

Un'alternativa è quella di scaricare Tone Setting creati da altri utenti; ad es. questi. Poi procedere così:

  • andare sul menu Librarian
  • cliccare su Import - freccia verso il basso, presente in alto a destra
  • selezionare File e recuperare il file appena scaricato
  • comparirà un nuovo Liveset:

  • sarà quindi possibile caricare sul Katana tutti (con il tasto Export - freccia verso l'alto) o alcuni (via drag&drop) Tone Setting di questo Liveset nel Katana; nel primo caso però effettuerà il caricamento sul Katana dei soli primi 8 Tone Set.

Manuali

content/musica/amplificazione_chitarra.txt · Last modified: 2024/11/03 13:21 by admin